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| | | | | | | Personale g. Kierkič č stata esposta nella Sala dei Congressi BCC, Via Roma
90 Ronciglione (VT) Dal 02-06 al 10-06 2007 | | | | | | | | | Powered by
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| | | | | | "Ai suoni č stato dato un nome ed un segno sul pentagramma. Ai colori č stato dato un nome che cambia nei suoi infiniti cromatismi. Resta difficile trovare parole adatte per spiegare le emozioni che suoni e colori evocano in noi. Ho cercato in questo mio lavoro di trasportare con segno e colore le emozioni che suscitano in me le musiche dei miei autori preferiti: BACH – COLTRANE – WAGNER – STRAUSS – STRAVINSKIJ – GERSHWIN –
SCHOENBERG – ELLINGTON – DVORAK – DEBUSSY. Mi auguro che i loro SUONI da me DIPINTI possano essere veicolo per un vostro viaggio nel mondo della poesia." g. Kierkič | | | |  | | | | "Ho conosciuto il
maestro Giorgio Kierkič in occasione dei festeggiamenti di S. Bartolomeo perché autore del Palio delle "Corse a vuoto" di agosto 2006. Ha rappresentato nel Palio il cavallo di una giostra, che nella sua corsa non prevede né primi né ultimi, e sullo sfondo disposti in sequenza nove stemmi con i colori appartenenti a ciascuna scuderia. In poche linee č riuscito ad esprimere, prima nella bozza che mi ha donato, poi pił autorevolmente nel Palio stesso, la
manifestazione delle "Corse a vuoto" ciclica, intesa come tradizione, attrazione quindi coinvolgimento e campanilismo, ed il cavallo come protagonista di un gioco nella piena casualitą del risultato e non come strumento di competizione. Il maestro Kierkič torna ad esporre le sue opere di nuovo a Ronciglione con una serie dedicata ai grandi musicisti. Quando non esistevano i mezzi di riproduzione, di cui oggi disponiamo, le figure dei grandi personaggi venivano immortalate
attraverso il disegno, la pittura e la scultura. Con l'avvento della tecnica, che ha introdotto strumenti di riproduzione sempre pił sofisticati, si potrebbe pensare che non avrebbe pił senso ricorrere alla rappresentazione artistica, poiché, anche quando fosse opera di un eccellente disegnatore, risulterebbe pur sempre una copia della realtą e in quanto copia viene considerata un sottoprodotto dell'originale. Penso, invece, che raffigurare artisticamente un compositore, gią
noto e gią rappresentato con gli altri usuali mezzi di riproduzione, sia la visione fantasiosa e al tempo stesso complessa e originale che l'artista tramanda del protagonista dell'opera d'arte. Il tutto attraverso il segno e i colori per la pittura, o la materia per la scultura. L'idea che emergerą del musicista rappresentato risulterą intrigante e coinvolgente, soprattutto se si tratta di un "grande" ritenuto geniale. Kierkič si č trovato a suo agio nel creare queste opere,
essendo egli stesso un musicista, ancor prima di essere un artista. Va detto in proposito che molti musicisti hanno buona dimestichezza con le arti figurative, forse perché sempre di creazione si tratta. Ritengo che Kierkič in queste opere, che verranno esposte in mostra per la prima volta a Ronciglione, ha saputo rappresentare i colori della musica o piuttosto la grande musica a colori, con un pentagramma senza regole o meglio,come l'artista predilige, con le regole della
fantasia e della visionarietą, che sono sempre fuori dagli schemi accademici. E' questa la chiave di lettura che da ignorante di critica artistica, ma non per questo privo di fantasia, mi sento di fornire all'interpretazione delle opere dell'artista." Ronciglione, 23 Aprile 2007 Gianni Di Mattia | |
|  | | | | Č sempre difficile, se non presuntuoso, cercare di inserirsi nelle emozioni e nelle sensazioni suscitate da un musicista, e dalla sua musica, in un artista. Č un rapporto a due e tale deve restare. Con quale diritto una terza persona puņ insinuarsi all'interno di quell'intimo rapporto? Ho guardato a lungo i dieci quadri di Kierkié della serie "Suoni dipinti" e mi sono chiesto: č il musicista a suscitare nel
pittore le emozioni che esprime con segni e colori, o č l'insieme della sua musica? O ancora: č una composizione particolare ad averlo ispirato? L'interpretazione che un soggetto esterno puņ dare di tali immagini cambia a seconda di ciņ che sta all'origine dell'opera. Io, che conosco Kierkié da una vita e che ho visto credo l'80% di tutto il suo lavoro, mi sento di propendere per l'opera complessiva di ogni singolo musicista. Ciononostante mi trovo imbarazzato nel cercare di dare
un'interpretazione critica, e quindi personale, di questa nuova fatica pittorica di Giorgio. Devo premettere che con l'opera di Kierkié ho un rapporto di sintonia tale che i suoi lavori o mi emozionano subito a prima vista , e allora salta subito in me la curiositą di sapere cosa mi ha emozionato, oppure non mi scatta dentro nessuna molla particolare e questi restano solo tele dipinte. Con ciņ non intendo dire che abbiamo a che fare con un artista che o lo si ama o lo si odia,
ma pił semplicemente che, cosģ come per tutti gli artisti, se lo si conosce a fondo e si conosce il suo lavoro – e quindi il suo modo di lavorare –, la rivelazione arriva subito e improvvisa. "Suoni dipinti" mi sono entrati subito dentro e fortunato chi li ha fatti suoi. Coltrane, per esempio, mi ha posto davanti agli occhi la "visione" della sua musica, come un volo impazzito di uccelli (come quello rosso in alto a sinistra del quadro) che solcano il cielo, e il
cerchio che domina la scena, ricorda la bocca del suo sassofono da cui escono note piene e spezzate. Ma, come ho gią detto, questo č ciņ che vedo e sento io, ma sarą poi la stessa sensazione che ha avuto Kierkié nel dipingerlo? E ancora: Gershwin č rappresentato da una tastiera allungata in una luce fredda e glaciale. Č giustissimo. Infatti chi ha detto che Gershwin č un musicista jazz pieno di swing e di calore, non ha capito nulla. La bellissima musica del compositore newyorkese diventa
jazz nel momento in cui i jazzisti la interpretano secondo la loro sensibilitą e il proprio talento. E cosģ "Porgie and Bess" č un'opera lirica, "Rhapsody in blue", "Concerto in Fa", "An American in Paris", "Second Rapsody", ecc., altri non sono che brani sinfonici e nient'altro. Solo le canzoni da lui composte e interpretate dai pił bravi musicisti jazz di tutte le epoche lo hanno fatto diventare, secondo me a torto, un compositore jazz. E Kierkié bene ha fatto a costruire per lui
un'atmosfera fredda e glaciale. Strauss č abbastanza facile da interpretare rappresentato cosģ da due silhouettes, che si intuisce siano un uomo e una donna presi dal vortice di un valzer, mentre la tela dedicata a Stravinskij fa venire in mente, con quell'intrico e groviglio di nubi, ma anche volute di fumo e fiamme, "L'Uccello di fuoco". Wagner invece č dimesso e il trionfalismo e l'eroismo delle sue opere sono sostituite da un presagio di morte visualizzato da sagome che
ricordano scheletri di alberi in un paesaggio deserto. Ma, sia chiaro, che tutto ciņ č suggerito solo dalla mia fantasia e dal mio sentire, non da quello di Kierkié. Ravenna, 8 Giugno 2007 Gianfranco Casadio www.cinefranco.it | | | |  | | | | [Home] [Note Biografiche] [Musica] [Commenti] [Galleria] [Contatta] |
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